Lo sviluppo del Progetto

Il progetto ivi proposto è quello di promuovere un “Patto di Sistema”, attraverso il quale connettere in rete i grandi soggetti noprofit presenti sul territorio con operatori profit, sia locali sia extraterritoriali, portatori di competenze e di knowhow, al fine di favorire il rafforzamento competitivo delle aziende già presenti – attraverso una qualificazione dell’offerta – nonché la nascita e l’attrazione di nuove iniziative che possano radicarsi nel territorio.

Perché tale progetto possa avere la valenza sistemica sperata e consentire il raggiungimento degli obiettivi prefissi a livello territoriale, Il Patto di Sistema verrà applicato ad un settore, come quello delle tecnologie ecosostenibili nel campo delle infrastrutture e dell'edilizia civile, caratterizzato, da un lato, da rilevante knowhow a livello nazionale, elevata vocazione di filiera e continua innovazione tecnologica, e, dall'altro, in grado di trasformare in un volano di sviluppo sostenibile il rilevante tema della ristrutturazione urbanistica cittadina.

Il perseguimento dell'obiettivo di sostenibilità ambientale di un territorio vede nel miglioramento dell’efficienza energetica un potente mezzo. In questo ambito, come evidenziato dal lavoro svolto dalla Task Force Efficienza Energetica di Confindustria, in collaborazione con tutte le associazioni del sistema confindustriale e avvalendosi del contributo scientifico di ENEA e RSE , i settori in grado di apportare i maggiori benefici in termini di impatto ecologico (energia risparmiata e CO2 non emessa) sono soprattutto quelli relativi alla filiera delle tecnologie applicate ad infrastrutture ed edilizia civile: illuminazione, cogenerazione, pompe di calore, apparecchi domestici e professionali, riqualificazione energetica dell’edilizia civile, motori elettrici e inverter, caldaie a condensazione, gruppi statici di continuità.

Peraltro, il tema dell’efficienza energetica appare strategico non solamente per perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale, ma anche per promuovere la crescita industriale e occupazionale a livello territoriale. Lo sviluppo dell’industria dell’efficienza energetica può, infatti, avere potenzialmente elevati effetti di contaminazione, in termini di knowhow e conoscenze, su molteplici comparti sia manifatturieri che dei servizi. In tale ottica gli Stati Uniti, in risposta alla profonda crisi finanziaria, hanno adottato un programma di ripresa economica fortemente incentrato su un indirizzo di politica energetica basato su efficienza energetica ed energie rinnovabili.

Infine, un incremento degli investimenti di tecnologia efficiente non solo tende a produrre significativi benefici sociali e una consistente crescita dell'attività produttiva, con positivi impatti sul saldo occupazionale, ma può comportare anche un aumento del gettito fiscale per il bilancio pubblico. Un aumento della domanda di beni ad alta efficienza energetica tende, infatti, a produrre effetti positivi sui flussi delle entrate tributarie (imposte dirette e indirette). Relativamente alle imposte dirette (IRES, IRAP, IRPEF), a fronte di una diminuzione delle imposte pagate dalle compagnie del settore energetico (che vedono ridursi i propri ricavi) si registra un aumento del gettito fiscale delle società manifatturiere che producono tecnologie efficienti e dei soggetti (forza lavoro e fornitori) che lavorano per queste. Per quanto riguarda, invece, le imposte indirette (IVA e accise), a fronte di un maggior gettito dell’IVA per la vendita di tecnologia efficiente, si registra una significativa riduzione del gettito dell’IVA e delle accise pagate sull’energia risparmiata (e nel settore benzina/gasolio per trazione e gas per riscaldamento le accise sono pari ad oltre il 60% del prezzo finale).